Pensavo che la mia anima da “dura” fosse semplicemente parte del mio carattere, e che chi reggeva con difficoltà il passo era da me visto come un fallito. Avevo un lavoro che imponeva metodi e regole ferree, e mi rendeva anche terribilmente sola quando, oltre ai successi sul piano personale, fallivo in modo sistematico ogni cosa che riguardasse le relazioni… eppure volevo tenere tutto sott’occhio, avevo bisogno di restare ancorata a ciò che mi era stato insegnato in passato dalla mia famiglia: i risultati si ottengono mettendo dei paletti, tenendo le distanze e rispettando le regole.
Quando mi ritrovai, su consiglio di una conoscente, a dipingere un Mandala, scoprii che le cose erano molto differenti: Maria Cristina mi sbatté in faccia nuda e cruda quella realtà che mi ero costruita, e la cosa mi diede fastidio. A metà della colorazione del secondo Mandala, però, scoppiai a piangere in modo inconsolabile: nemmeno sapevo di esserne capace, e le cose che mi colpirono fu la freddezza e la determinazione di Maria Cristina che evitò di confortarmi anche solo con uno sguardo.
Notai che con le altre persone invece il suo modo di fare era tutt’altro che freddo. Eppure la conoscevo a malapena e avevo zero motivi per avere attriti con lei, anzi… il pianto prese del tutto il sopravvento, e ricordo che lei continuò a restare impassibile. Io finii a fatica di colorare il Mandala. Prima di farmelo interpretare, quando rimanemmo sole, le chiesi il motivo di tale freddezza e lei con un sorriso dolce mi disse che aveva solo eseguito quello che le avevano detto di fare i colori, perché era il comportamento che tenevo io di fronte ad ogni occasione. “Ragioni solo con la mente anziché con il cuore in tutto, perché ogni cosa ha un prezzo ed un fine”. Di solito mi arrabbio tanto quando qualcuno mi fa notare un lato del mio carattere, ma purtroppo devo dire che aveva ragione. Ma cosa era successo?
Di colpo il fortino che mi ero creata mentalmente alla frase dura di Maria Cristina era già scomparso, e quando arrivai all’interpretazione era come se già sapessi cosa voleva dirmi: c’è un equilibrio per tutto, ci sono dei momenti in cui bisogna staccarsi dall’idea che si ha di sé, per costruire finalmente un ponte con gli altri senza bisogno di troppe finzioni. Ho stretto la mano a Maria Cristina ringraziandola, sentendomi di colpo un’altra persona… o sentendomi quella che ero sempre stata ma che ignoravo di essere. Oggi ogni cosa ha il suo posto: ho molti interessi e altrettante amicizie con cui condividerle.
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