Chi non ha mai subito una delusione da dover superare?
Come ci sentiamo quando un’ideale, un sogno o un progetto ci crolla di fronte agli occhi? E come possiamo fare per superare una delusione che, in quel momento, ci ha fatto crollare il mondo addosso?
Illusione e disinganno
Dipende tutto da quanto abbiamo legato l’intera nostra felicità alla realizzazione del progetto.
Si potrebbe dire che la delusione è la differenza tra ciò che si desidera e ciò che realmente accade. Molti addirittura estendono il significato della parola al fallimento in quanto tale.
Andando però ad approfondire, forse, risulteremmo stupiti dal fatto che l’etimologia latina di “delusione” ci porti a una traduzione che suona come “uscire dall’inganno” (da cui appunto, il sinonimo “disinganno”). In pratica, la delusione non è il fallimento in quanto tale, ma piuttosto il momento in cui un inganno viene svelato ai nostri occhi. L’inganno che l’unica realtà fosse quella che avevamo pensato e a cui ci eravamo attaccati con tutti noi stessi. Di fatto, quella realtà l’avevamo creata noi e, di conseguenza, per molto tempo, l’abbiamo alimentata.
Quando restiamo delusi, scopriamo che la realtà era solo la nostra visione del mondo, e che non era l’unica possibile. La nuda e cruda verità è che gli altri non erano affatto obbligati a viverla con la stessa forza e passione. Ci sentiamo disorientati, avevamo fatto affidamento su un valore che, di colpo, ha perso la sua forza. Non sappiamo come superare una delusione, e siamo come sopraffatti e soffocati. All’inizio abbiamo pensato che credere in un progetto con entusiasmo fosse un esercizio sano, ma qualcosa poi ci è sfuggito di mano. Proviamo a rimetterci in discussione, ma, magari, lo facciamo nel modo sbagliato. Forse non dovevamo “sparare così in alto”, o al contrario ci sentiamo in colpa perché non siamo stati abbastanza costanti.
Delusione verso una persona a noi cara
Esiste poi anche la possibilità che la delusione sia rivolta a una persona. Ma anche in questo caso dobbiamo valutare il nostro atteggiamento. Quante aspettative avevamo su un determinato soggetto? Siamo proprio sicuri di non avere proiettato qualcosa che noi “ci aspettavamo” che gli altri facessero? Molti psicologi dividono, infatti, in due una delusione. La prima, provata verso sé stessi (“non sono stato abbastanza all’altezza di realizzare il tal progetto”). La seconda, invece, proiettata verso gli altri (“tu mi hai deluso”). Il risultato, però, a livello di sensazioni, resta pressoché identico.
Qualsiasi sia stata la causa, di colpo, dentro di noi, un bambino mai cresciuto ri-spunta fuori. Urla, perché il suo desiderio venga soddisfatto e punta i piedi se non ottiene ciò che vuole. Di fatto, non riusciamo a concepire l’esistenza di una vita senza quel risultato specifico, e superare una delusione di questo tipo, inizialmente, può risultare impossibile.
Delusione: un passaggio inevitabile
Chiariamo, quindi, subito un punto: l’illudersi di qualcosa o qualcuno fa comunque parte della vita. É un passaggio, a volte anche molto doloroso, che tutti, prima o poi, proviamo. A quel punto, la cosa importante, è la capacità di rialzarsi. Il fallimento è un elemento del tutto naturale, e una persona centrata, con l’esperienza, ha la forza per capire che, passando dal sentimento di delusione, bisogna comunque andare avanti. Assumendosi le proprie responsabilità e convogliare tutte le proprie forze per capire come superare una delusione tanto dolorosa.
Potremmo considerare, inoltre, ogni delusione, come un “metterci alla prova” per capire quanto abbiamo sviluppato la nostra saggezza interna. Avendo anche il coraggio di aprire gli occhi. Analizzando la nostra vita e notando il ripetersi di situazioni simili. Come ad esempio le ripetute delusioni causate da alcune persone. Come un partner, che innalziamo su un altare, trascurando tutto il resto. Ritrovandoci, poi, puntualmente disillusi quando scopriamo che esso non rispecchia ciò che ci aspettavamo.
Forse dovremmo farci qualche domanda. Capire che la persona amata non è un oggetto. Che dovremmo guardare prima dentro noi stessi, piuttosto che accusare e sfogare la rabbia sull’altra persona.
Delusione come stato negativo
Se, come abbiamo appena visto, le delusioni fanno parte di un percorso di crescita per ognuno di noi, è importante munirsi di una buona dose di autocritica. Analizzare la propria vita, per cercare di capire se queste delusioni stanno crescendo in numero esagerato e si stanno sommando. Per andare poi a scavare nelle ragioni più insite di questi comportamenti.
L’estremo stato negativo consiste nel ritrovarsi sempre più chiusi in sé stessi. Incapaci di sperare in un futuro migliore. ln tal caso, è probabile che la nostra mente inizi ad inviare segnali impliciti sempre più deleteri, del tipo: “prima o poi tutti mi deluderanno comunque”.
La nostra reazione diventa rassegnazione, frustrazione, e spesso anche rabbia repressa. Poiché, ormai, riteniamo che il destino ci abbia fornito talmente tante “bastonate” che non proviamo più nemmeno il diritto di arrabbiarci.
Il comico George Carlin in una sua celebre battuta sostiene che “dietro ad ogni cinico si nasconde un idealista deluso”. Ovviamente, come accennato poco fa, si tratta anche del momento in cui le fragilità che tanto ci spaventano assumono la forma di una potenziale chiave per creare una nuova realtà.
Dobbiamo però accettare che le cose desiderate, non sempre si possono ottenere nella maniera prevista. A volte non abbiamo nessun potere per pilotarle. Compreso questo, potremmo trovare la forza per fare un bilancio della nostra vita decisamente più reale e concreto. Di fatto, va valutato ciò che è davvero possibile. Separandolo da ciò che invece era un’illusione o una proiezione costruita da noi. Senza, però, dimenticare la centralità della capacità di superare una delusione.
Come agisce il Mandala sulla delusione
In quest’ottica, lavorare con un Mandala ha un forte potere liberatorio. Dietro al “semplice” colorare un disegno è nascosto uno scopo molto più profondo. Verificare e analizzare senza paura le nostre reazioni al dolore. Riconoscere dov’è il bisogno insoddisfatto, senza per forza passare dal perché.
Il Mandala è esattamente questo, l’accettazione.
Il guardare lo schema senza giudizio e senza troppi “tuffi nel passato”. Chi analizza troppo i perché e cerca ossessivamente di superare una delusione è, quasi sempre, ancora troppo concentrato sul dolore anziché sulla soluzione: lo scopo del Mandala invece è portare il soggetto a liberarsi sia dello schema sia delle persone o delle cose a cui ha attribuito troppo potere.
Scopri ciò che hai davvero dentro con la colorazione Mandala
Colorare significa osservarsi con attenzione. Capirsi. Chiedersi se ciò che desideriamo ci serve davvero, e a cosa. Molto spesso, una volta terminata la colorazione, ci si sente più leggeri e distaccati. Nei giorni successivi si comincia a elaborare una diversa visione della delusione: a volte essa è solo un segnale che ci dice quanto (e dove) stessimo esagerando.
Scoprire che un desiderio era vissuto in maniera errata, o che quel percorso di vita non faceva per noi, non è per forza negativo. Quando siamo troppo concentrati su un obiettivo, difficilmente questo lascerà spazio, nella nostra mente, a un “piano b”. Di fatto siamo stati rigidi, fino a poco prima, nel pensare che quel sogno fosse l’unico possibile. Ci siamo perfino nascosti dietro all’idea che ogni alternativa corrispondesse a un accontentarsi.
Nei colori di un Mandala e nelle infinite combinazioni che ne derivano, scopriamo invece che c’è un altro modo di vedere la stessa dinamica: in fondo, “mollare” subito un sogno solo perché non si realizza e passare di continuo da un’idea all’altra non è un comportamento altrettanto saggio. L’obiettivo del Mandala non è farci diventare impermeabili e immuni alle delusioni e nemmeno farci superare una delusione in poche ore o giorni. Non si “guarisce” dalle disillusioni distaccandosi da tutto. Il nostro compito è trovare un giusto equilibrio tra desiderio e distacco, andando finalmente oltre a ciò che pensavamo di sapere.
Ricapitolando
La delusione affronta più fasi:
- Inizialmente c’è la fase di illusione, che arriva provando una sensazione adrenalinica di forte passione: si crede fortemente in qualcosa o in qualcuno senza farsi domande.
- Poi arriva la delusione sotto forma di dolore inaspettato, poiché la realtà non fa corrispondere ciò che volevamo rispetto a ciò che ci arrivato.
- La prima reazione è di shock, poiché ci ritroviamo impreparati a una realtà che non pensavamo possibile. Le reazioni possono essere molteplici: si può continuare a insistere fingendo di non avere vissuto il dolore, e pretendendo per forza il raggiungimento del risultato, oppure disperarsi subito.
- Una volta che la realtà è stata realizzata, la fase in cui si interagisce con l’inganno è rivolta verso sé stessi (riempiendosi di sensi di colpa e auto-accusandosi per non essere stati in grado di realizzare il desiderio) oppure verso l’esterno (l’altro ci ha deluso e non si è comportato come ci aspettavamo facesse). In casi estremi si eccede nel cinismo.
- Si arriva poi a iniziare il graduale distacco quando si comincia a vedere la delusione come passaggio da non combattere ma da accettare.
- Occorre, perciò, analizzare l’altra faccia della medaglia, cioè cosa ci stia dicendo il nostro eccessivo attaccamento.
- Infine si scioglie definitivamente il giudizio uscendo dallo schema e guardandolo dall’esterno.
Come è facile immaginare, la colorazione di un Mandala, attraverso l’interpretazione che troverete qui, permette di trovare un metodo piuttosto veloce per superare la fase dello shock e andare direttamente al distacco. Cosa aspettate a immergervi nei colori di una realtà molto più vasta di quanto pensiate?