Conosciamo la sensazione di dipendenza come: alterazione di un nostro comportamento a livello patologico. Ciò che prima era una normale abitudine è diventata di colpo un’esagerazione, un insopprimibile desiderio di procurarsi piacere attraverso un qualcosa. Di fatto, abbiamo perso il controllo. A tutti gli effetti, siamo dentro una forma di compulsione che non ci fa capire come superare la dipendenza.
Spesso possiamo riscontrare anche casi in cui lo stesso comportamento e schema vengono ripetuti nei confronti di più sostanze o situazioni contemporaneamente. Oppure, si manifesta in un passaggio dall’una all’altra mantenendo inalterate le dinamiche.
Si ha un bisogno ripetuto di procurarsi una determinata sostanza, come nel caso delle droghe. Ed ogni volta ne avremo bisogno in quantità maggiori, andando a squilibrare alcuni meccanismi del cervello.
Dipendenza, una questione di chimica
Da un lato si stimola la dopamina, che ci da un’iniziale sensazione di piacere. Dall’altro si è sempre meno sensibili, e bisognosi di una maggior quantità per sentire l’effetto positivo. Portando, in questo modo, a continui stati di deficit del cervello stesso, causati dall’abbassamento dei livelli di serotonina.
Di fatto, quasi tutti hanno provato, in forme più o meno grandi, dipendenze da qualcosa.
Sono considerate tali l’alcolismo come il tabagismo, passando per ogni disturbo dell’alimentazione, lo shopping compulsivo, e il gioco d’azzardo fino all’uso eccessivo di pornografia o di farmaci.
Senza dimenticare che, oltra ai sopracitati comportamenti “dannosi”, ci possono essere forme di dipendenza “positive”. Causate, ad onor del vero, da comportamenti corretti, nella vita di tutti i giorni. Possiamo diventare dipendenti dal lavoro, dai soldi, dalla forma fisica (dunque dall’allenamento), dalla competizione.
Tutti elementi positivi, sani, per la nostra vita. Ma che, in alcuni casi, possono diventare una vera e propria ossessione, portando le persone a sacrificare tutto, pur di ottenere determinati risultati e le sensazioni da essi provenienti.
Come superare una dipendenza nell’era di internet
Dall’inizio del nuovo millennio si studiano anche forme di dipendenza note come “new addiction”. Ovvero, legate all’uso compulsivo di internet, telefoni cellulari e social media.
Il risultato non cambia, qualsiasi cosa che eccede è, tecnicamente, dipendenza.
Senza giri di parole, stiamo parlando di un modello di comportamento autolesionista.
Inizialmente, agiamo pensando di lenire un dolore con una forma di piacere, la cui mancanza però poi ci sovrasta lasciandoci alle sole conseguenze negative.
Ma soprattutto, una volta individuati questi meccanismi mentali. Pochissime persone sanno davvero come superare una dipendenza in modo efficace.
Dipendenza e Neuroscienze
Molti studi di neuroscienza cercano di scoprire da anni quali siano i meccanismi del cervello collegati alla dipendenza e alle compulsioni croniche.
Si usa suddividere la dipendenza tra uno stato alterato fisico e uno psichico. Che, però, in alcuni casi, possono anche coincidere e presentarsi contemporaneamente.
Dal punto di vista fisico, il diretto interessato, prova delle sensazioni positive e/o negative in relazione alla sostanza. Lo fanno star bene quando questa sostanza viene acquisita. Lo fanno star male quando questa sostanza è carente. Si tratta di vere e proprie sensazioni fisiche, percepite realmente e direttamente.
Dal punto di vista psichico, invece, la dipendenza sta tutta nella testa del diretto interessato. Tutto a livello mentale, psicologico. Quando vi è carenza di una determinata sostanza, il soggetto, non prova un reale dolore fisico o sensazioni somatiche. Si tratta più che altro di un bisogno “psicologico”, non propriamente concreto e fisico.
In entrambi i casi si ha avuto un condizionamento, come ad esempio la tossicodipendenza, che è possibile superare attraverso interventi terapeutici mirati. Andando a lavorare sia a livello fisico che psicologico. Questo è ciò che concretamente bisogna fare per capire come superare una dipendenza.
Perchè nascono le dipendenze?
Ad oggi non si è in grado di stabilire una sola causa o radice.
Consideriamo, anzitutto, che ”l’oggetto del desiderio”, può cambiare e muta anche la dipendenza, con origini svariate per ogni soggetto.
Sono stati analizzati fattori ereditari, sociali o di età. Perfino le esperienze personali a livello di traumi psicologici.
Senza, però, arrivare mai ad una risposta univoca.
Sappiamo ormai, che il concetto di dipendenza ha varcato da tempo anche la soglia del luogo comune. Si può essere dipendenti da una sostanza illegale, ma anche da oggetti o situazioni normalmente del tutto accettate. Sigarette, shopping, uso di internet, sono solo alcune di queste “dipendenze legali”.
Quello che fa la differenza è, a tutti gli effetti, l’abuso. Poiché la stessa situazione può creare disagio e compulsività ad un soggetto, mentre a un altro non fare nessun effetto. Dipende dal singolo individuo e dalle sensazioni che una determinata situazione suscita nella mente del soggetto. Dalla piacevolezza delle sensazioni, da ciò che è accaduto prima e ciò che è accaduto dopo.
Il tutto può rimescolarsi in un cocktail sempre nuovo e diverso. Un Drink di eccitazione e piacere che può diventare talmente spettacolare da volerlo ricercare nuovamente. Poi ancora e ancora. Finchè dal piacere non si ricade in un profondo vortice. Ed è proprio qui che si torna in quel circolo vizioso che ci porta a chiederci come superare una dipendenza definitivamente.
Affetto e dipendenza
È inserita, a tutti gli effetti, nella categoria “dipendenze” anche l’alterazione dell’affettività. Nota, appunto, come dipendenza affettiva. Si può dipendere dall’amore e/o dall’affetto di qualcuno. Provando un senso di vuoto legato all’assenza di una persona che diventa, di conseguenza, oggetto di ossessione.
Risulta, inoltre, piuttosto difficile trovare il coraggio di ammettere di avere un problema. Non si chiede aiuto. Poiché si ritiene di non essere davvero schiavi di un’esagerazione o, peggio ancora, di poterla controllare da soli.
Come si esce dalla dipendenza
Senza dubbio, per sciogliere il nodo e capire come superare una dipendenza è necessario prima riconoscere tale meccanismo. Senza nascondersi. Capire da cosa siamo dipendenti e in quale misura. Tale atteggiamento è fondamentale per dare il via al processo di “ricostruzione”.
Una volta riconosciuto il problema, va trovata la motivazione, la volontà di superarlo. Spesso si decide di fare tale scelta, per qualcun altro. Ad esempio, smetto di fumare perchè la mia fidanzata lo detesta. Sicuramente può essere un incentivo in più per farlo. Ma, in primis, dobbiamo farlo per noi. Per la nostra salute, per la nostra vita.
Se manca una reale motivazione personale, nella quale credere ciecamente, difficilmente saremo in grado di sradicare completamente una dipendenza.
Gli effetti negativi della dipendenza
Una dipendenza dev’essere riconosciuta come un problema a tutti gli effetti. Un comportamento errato, con una serie di effetti negativi, che possono essere:
- sbalzi di umore
- depressione
- insonnia
- abbassamento della soglia di attenzione o delle capacità di giudizio
- impulsività
- stanchezza cronica
- sviluppo di aggressività
- attacchi di panico
- sintomi psicotici (nei casi peggiori)
Non a caso, infatti, molti terapeuti non affrontano mai l’oggetto della compulsione di per sé. Ma prediligono, più che altro, definire la dipendenza come un insieme di comportamenti che vanno a compromettere la sfera di salute e relazionale. Questa però è solo una piccola parte delle problematiche legate al superare una dipendenza.
L’ingrediente base per superare una dipendenza? L’Amore per sè stessi
Uno step importantissimo è capire quanto sia necessario bastare a sé stessi.
Durante un percorso di liberazione da una dipendenza, infatti, siamo spesso impauriti dallo scoprire che avevamo delegato la nostra felicità a qualcos’altro. Forse avevamo paura di stare soli. Di affrontare gli “alti e bassi” della vita basandoci esclusivamente sulle nostre forze.
Fatto sta che, in preda a una compulsione, abbiamo ceduto, nelle mani di qualcosa o qualcuno, un potere che era esclusivamente nostro.
Fondamentale, in questo passaggio, è anche riconoscere gli alibi e le falsità che ci siamo raccontati e che abbiamo raccontato per fingere di non avere problemi. Quando abbiamo cercato di convincere le persone attorno a noi che eravamo forti, in realtà provavamo timore a mostrarci per quel che realmente eravamo in quel momento. Vergognandoci, magari, anche inconsciamente, per le situazione nella quale vivevamo.
Eliminazione o graduale distacco dalla dipendenza?
Quando si decide di superare una dipendenza, non è detto che interrompere in modo netto l’utilizzo di una sostanza sia la soluzione migliore. Poiché il più delle volte non si è ancora pronti ad affrontare le proprie debolezze tutte insieme.
Spesso è meglio affrontare tale percorso, mediante molteplici step. In modo da curare, volta per volta, e in modo mirato, le varie problematiche e meccanismi connessi alla dipendenza.
Non è casuale che, ad esempio, le terapie consigliate per affrontare l’uscita dall’alcolismo siano in realtà multidisciplinari, e che lavorino sul paziente sia a livello strettamente medico che psicologico. Passando anche per lavori di gruppo.
Uscirne solo con terapie farmacologiche è un passaggio che spesso funziona solo a metà e con non pochi contraccolpi. Poiché gli aspetti emotivi che stanno alla base di tale disagio non sono stati trattati e “curati”. Restando, in questo modo, nascosti sotto la superficie e dunque sempre pronti a re-innescare un meccanismo di dipendenza.
Mandala come cura della dipendenza
Come visto in molti altri casi, un lavoro che può dare buoni frutti è quello della colorazione di un Mandala.
Sappiamo già che, in generale, l’atto stesso di colorare o dipingere è purificante e liberatorio. Mettersi a riempire di un determinato colore gli spazi vuoti di un disegno Mandala è un qualcosa che ci aiuta, innanzitutto, a staccare la mente, almeno, nel momento in cui ci concentriamo sul foglio.
Successivamente, a coloratura completata, ci rendiamo conto che la sequenza scelta non è mai casuale, e che mediante un’interpretazione del Mandala abbiamo di fronte un quadro più chiaro di quale sia il nostro percorso.
Possiamo scoprire, ad esempio, di avere un problema e identificarlo con precisione, passando per un misterioso ma importante momento in cui smettiamo di avere il controllo e il giudizio.
Qualsiasi problema, tendenza o schema ripetitivo che verrà fuori, è arrivato per permetterci di vederlo senza condannarlo, e, di conseguenza per capire che esiste sempre una via d’uscita.
Ogni problematica riporta in sé la nostra croce ma anche la nostra fortuna, poiché spesso finisce per mostrarci dov’è nascosta la forza per superare le dinamiche compulsive.
Accetta ciò che sei per superare una dipendenza
Il Mandala, peraltro, non si concentra più di tanto sull’origine del problema, ma rispecchia la situazione in cui siamo ora e le potenzialità che abbiamo per cambiarla. In un certo senso ci indica la strada per accettarci indifferentemente dal punto in cui partiamo.
La nostra vita può essere meravigliosa e lavorare su un’interpretazione del Mandala può ridarci l’autostima necessaria a costruire un futuro senza dipendenze. Di fatto, il nostro obiettivo, è di immaginaci liberi da qualsiasi catena e coscienti che non esiste davvero un qualcosa che ci lega… se non nella nostra testa!
Abbiamo paura di fallire, ma allo stesso tempo anche di riuscire a sconfiggere le dipendenze, e di scoprire l’esistenza di qualcosa di più grande dentro di noi.
Ma la “vera verità” è che dobbiamo abbracciare le nostre paure, comprenderle, accettarle e colorarle. Un modo naturale, dolce, quasi infantile per affrontare con serenità tutti i problemi della nostra vita.
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